Agosto
Taccion le voci dei bimbi, fuggite nel tardo meriggio.
Vuote le stanze, aperte su tremolanti orizzonti incerti
nel sogno che serpeggia fra strade e case prive di vita.
E stanco e felice rimiro la calura che acceca il cielo
(bianco velato sudario d’una morte brulicante esistenze):
una strana e beata angoscia m’attanaglia il cuore, Agosto,
figlio del fulgido languore di questa stagione ingannatrice.
Treviso, 9 agosto 2019
da Stagioni poetiche
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