Invito
Suvvia, Astata, perché quel cruccio alla mia vista?
Perché il nembo della bella fronte s’addensa sul mare dello sguardo?
Forse per parole indelicate? Fui più leggero che cogliere gelsomini.
Non ho colpe, se non profano osare con la parola.
Ma andiamo! Tutto alle spalle, il tempo già rapido vola,
inutile sperperarlo in futili scontri pirrici fra cuori.
Via le crisalidi delle vesti, si rinasca in fulgidi esseri,
rivelami il fianco e l’arcano segno dell’onda,
e sussurrerò lisimo i reconditi Misteri sul lago della Notte.
Treviso, 13 aprile 2019
Da Erotiche e conviviali
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