Non spetta a me giudicare i vivi e i morti.
Soprattutto i morti, quelli che non si espongono,
quelli che ridono di ogni minima cosa senza
dare un opinione. Io amo gli spregiudicati, quelli
che sbagliano continuamente perché mettono
troppo di sé in ogni cosa, ma ripeto: quei
cadaveri ambulanti che evitano ogni pericolo e
risolvono con una scrollata di spalle sono una
“disfatta di Caporetto” per la società. Ne è pieno,
pullula il mondo di persone a cui va bene tutto e
compaiono con un’innocenza letale. Ma se fosse
per me, pe proprio dovessi parlarvi: vi getterei le
parole come gli ossi ai cani.
Bertolin Riccardo
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