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"Serenissimi incontri" tra coscienza civica e conoscenza storica

  • Immagine del redattore: ildottorbernardi
    ildottorbernardi
  • 23 feb 2019
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 6 dic 2019


 

“A differenza di altre città di uguale

Ed anche minore importanza la nostra

Treviso mancava di una storia che,

condotta con intendimenti moderni, viva

e piacevole, semplice e compendiosa, eppur

completa, si dirigesse, non solo agli studiosi,

ma a tutto il popolo e particolarmente ai

giovani a cui è affidato il compito

di costruire con i materiali tratti dalla

tradizione e dalla esperienza il nuovo

volto della patria fascista"

Amministrazione Comunale

Palazzo Municipale 28/10/1937



Così recita un libricciuolo che adocchiai in una giornata spesa tra i libri, il codice 945.361 della Biblioteca Comunale di Treviso. Un “testo dalla coscienza sporca”, direbbe oggi qualcuno, eppure un codice che testimonia una drammatica realtà di fondo. La nostra è sempre stata una patria dalle memorie selettive, talvolta troppo corte, altre volte fin troppo lunghe ed ossessive; gli effetti di tutto ciò sono innegabilmente evidenti in quelli che le generazioni più vetuste definiscono "i giovani d'oggi".

E come la figlia del Regno Sabaudo dimentica nel suo confuso passato meriti e peccati anche i suoi capillari seguono questo suo naturale esempio.

L’epoca è diversa, diverse sono anche le persone, ma perdura quella sgradevole percezione d’una cultura persa, sfocata all’orizzonte. Un lascito di cui si sente la mancanza ma di cui nessuno si fa realmente carico; un innominabile lutto di cui in famiglia non si parla. Dire, tuttavia, che si tratti di un problema passato sotto il più tacito dei silenzi sarebbe invero dire il falso.

È la firma stilata tra due dei nomi più illustri della scena politica odierna, quello del Ministro Bussetti, attuale Ministro dell’Istruzione, e quello del Presidente Zaia, a rompere questo silenzio con un sussurro.

La tal firma riguardava in sé l’introduzione nei programmi scolastici di un pacchetto di percorsi storico-culturali focalizzati sulla Storia e la Cultura Veneta; ma c’è di più. Dal comunicato stampa rilasciato sulla questione risulta chiaro che l’iniziativa non sia prettamente locale, il progetto, infatti, è destinato all’esportazione in tutte le regioni dello Stivale.

Il protocollo dà i suoi frutti e Treviso risponde alla chiamata. Vengono fissate cinque date dedicate all’iniziativa, cinque incontri rivolti agli insegnanti, agli studenti ed alla cittadinanza; l'ingresso, rigorosamente gratuito. La prima data cade dì martedì, è il 19/02/2019.

L'incontro è fissato per le 17:30, sono le 17:40 quando l’assessore delle politiche per lo sport e per il benessere psico-fisico della persona, Silvia Nizzetto, rompe il silenzio. Sotto i fregi recanti i colori della città che con orgoglio fa proprio il Cagnan della Commedia, l’assessore promette due ore votate alla divulgazione, creando, senza retorica alcuna, delle alte aspettative nel pubblico; aspettative che con piacere posso dire siano state infine ampiamente attese.

Introduce il progetto l’Avv. Renzo Fogliata. Giurista ed esperto di Storia della Repubblica di Venezia, Fogliata è oggi un veterano della divulgazione e in “presentazioni, incontri, conversazioni che hanno per tema la città intesa come Stato”, come dichiarò nell’intervista rilasciata al Gazzettino nel lontano 07/06/2010. Viene espresso un concetto, di delicatissimo profilo, con la pacata gentilezza che si riconosce nelle migliori intenzioni del dialogo.

Desiderare di ricordare gli aspetti di un'esperienza tutt'altro che secondaria nella storia europea è cosa sovversiva? Una domanda complessa a cui però i presenti non sentono la necessità di fornirsi delle risposte.

Si porrà il problema storico e sociale, che nel territorio emerge preponderante, della deriva identitaria del giovane; problema sul quale, percependolo nostro, spenderemo delle parole prima di procedere oltre.

Non è certo un problema trevigiano, triveneto o veneto in generale, quello della deriva identitaria delle giovani generazioni; riteniamo sia invece una problematica globale e di perniciosa presenza nello Stivale. La vita per come la conosciamo oggi, mossa dalle estreme velocità di un mondo non più limitato nello spazio fisico, lima con irruenza quelle forme provinciali, nel bene ma soprattutto nel male, di cui il Bel Paese si fregia. Il turbinio culturale in cui vertiamo, inutile dirlo, oltre ad una piacevole brezza di cosmopolitismo e fratellanza nella diversità, scuote l’animo di chi poco conosce le radici di quelle istituzioni tra cui ha vissuto ed in cui si riconosce. Ciò si traduce, sempre più spesso, nella incapacità d’operare mediante condivisione poiché, appunto, la contaminazione, senza cognizione del proprio bagaglio storico-culturale, potrà esser solo verticale-asimmetrica e non paritaria ed orizzontale.

Senza una forte cognizione del passato il presente non verrà mai visto come una sfida cooperativa, ma come un duello votato alla conservazione; motivo per cui la rivalutazione da parte di chi usufruisce delle spoglie del veneziano, della cultura della Serenissima e non solo, è più necessità che vezzo. La Sileiana, in nessun modo potrebbe esser più felice di comprendere e condividere un’attività che renda il tessuto sociale del trevigiano più attivo, sperando che in un futuro prossimo tale consapevolezza renda fiero non solo il Veneto ma anche ogni essere umano che nel mondo possa vantarsi d’essere italiano.

L’Avvocato Fogliata ci parla di “capovolgere la prospettiva”. Non è il "revisionismo" o la "lesa maestà" l’obbiettivo dell’incontro, ma il focus attento su un patrimonio storico sommerso dalla scelta del canone in generale, e nello specifico quello scolastico-ministeriale. Non v’è amarezza nelle parole dell’Avvocato ma entusiasmo, l’entusiasmo di chi crede in ciò che fa. Si parla di “Genti Venete”, non di veneti in sé; non potrebbe essere altrimenti. È con il racconto d’un aneddoto utile alla comprensione del discorso sopracitato che la parola viene ceduta al professor Chiaro.

Il docente di lettere antiche del Foscarini, Francesco Chiaro, dimostra alla sala tutta in un’ora molto breve che dell’argomento vi sia molto su cui discutere, e che una mera sintesi non sia fattibile. La perizia è molta e le capacità del professore sanno farsi amare dal pubblico che in più occasioni sa dimostrarsi partecipe ed animoso. I passaggi sono tanti, i collegamenti attendono minuti per essere ricuciti ma quando alla fine trovano il loro naturale esito sublimano la narrazione nel migliore dei modi.

Forse la strategia più immediata, per far presa su di un pubblico, si evocano alcune delle grandi azioni armate che videro protagoniste le Genti in questione; difatti non mancano menzioni onorevoli quali Lepanto e la morte di Biagio Zulian, che trovò pace nelle ceneri del cretese forte di San Teodoro.

È stato galvanizzante notare che la massima fibrillazione di quel climax di lusinghe storiche, affatto gratuite, sia emersa con la vera e grande qualità che fece di Venezia una delle più notevoli, se non la più notevole, esperienze civico-multietniche del passato, la Cooperazione. Tanto banale quanto evidente, eppure dimenticata davanti allo sciabordare degli eventi. Una città che in sé ospitò comunità cristiane di diversa sorta, comunità ebraiche ed una comunità islamica in tempi insospettabili. E si è parlato quindi del veneto comunale, delle piccole e radicate identità, unite sotto al giogo affatto oppressivo di una Venezia che sapeva come condurre i propri interessi in “terraferma”. Una Federazione paritaria fondata su di un rapporto di degna considerazione tra le personalità in gioco.

Ricade poi sull'Avvocato Marco Francescon l’onere della chiusura; ultimo acquisto dell’équipe di relatori del progetto. Le parole sono poche ma gradevoli e le aspettative per il prossimo incontro sono certamente alte.

Chiude, l’assessore, con parole oneste e sentite, prive di retorica ma cariche di emozione. Ricorda che questo è solo il primo incontro di un progetto che troverà nuova linfa nelle date 28/02/2019, 12/03/2019, 19/03/2019 e 02/04/2019.

S’è trattato, in sintesi, di un incontro piacevole, pacato e votato alla condivisione di un bagaglio di cui molti, me compreso, non hanno mai sentito menzionare o del quale sanno davvero poco.

Per questioni che vanno al di là della mera divulgazione, hanno trovato posto, con davvero poca convenienza, commenti dubbi tra il pubblico, fatti a voce timida e incerta; mi piace pensare che quello del primo incontro sia stato un caso isolato. È infatti triste che un’iniziativa così nobile rischi d’infangarsi proprio a causa di commenti simili. Ma non saranno certo le questioni di chi s’è effigiato d’una certa politica a far scadere l'opera; non lo è stato per questo incontro e, siamo sicuri, non lo sarà nemmeno per il prossimo.

Luca Bernardi 21/02/2019

 

https://www.comune.treviso.it/convegno-su-storia-e-cultura-veneta/ ;

https://www.comune.treviso.it/wp-content/uploads/2019/02/LocStoriaCulturaVeneta.pdf ;

http://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=3245528 ;

http://traceletarearte.blogspot.com/2010/06/avogador-renzo-fogliata-al-gazzettino.html ;


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